Quando parliamo del Radicchio non c’è soltanto il rosso trevigiano. Raggruppata intorno a soli otto produttori, l’associazione dei produttori del Radicchio Rosa di Gorizia, porta avanti con passione la coltivazione e la diffusione di questo particolare radicchio rosso (Cichorium intybus), simile ad una rosa appena sbocciata. Conosciuto fin dai tempi degli Asburgo, è riuscito a mantenere la sua fama fino ai giorni nostri. Di più, negli anni ‘50 del Secolo Scorso, questo radicchio, incrociato con una varietà da taglio, ha dato origine al radicchio “canarino”, identico al rosa, tranne che per il colore che risulta essere giallo con striature rosse. La sua produzione però è ormai limitata ad una superficie ristretta, coltivata da pochi contadini. Il Radicchio Rosa di Gorizia ha un sapore intenso, appena amarognolo, croccante. Il colore è rosso carico, brillante, con variegate sfumature verso il rosa o il rosso granato. Gli agricoltori più anziani della zona ricordano che la produzione di questo tipo di radicchio rappresentava per le aziende miste (orto, stalla, coltura estensiva) una tra le poche colture capace di garantire un certo reddito anche d’inverno. A ottobre la rosa raggiunge la dimensione ottimale e con le prime brinate il colore vira dal verde al rossastro. Questo è il momento in cui è pronto per la raccolta che inizia verso la fine di novembre, con le radici che vengono conservate in ambienti riparati. In quest’ultima fase il radicchio riprende a vegetare e sviluppa il cuore che poi sarà il prodotto finale della coltura.
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