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LA GRIFFE

Speri Doc Amarone della Valpolicella Classico Monte Sant’Urbano

Su i Quaderni di WineNews
Vendemmia: 2008
Uvaggio: Corvina, Corvinone, Rondinella, Molinara
Bottiglie prodotte: 100.000
Prezzo allo scaffale: € 44,00 - 46,00
Proprietà: Famiglia Speri
Enologo: Alberto Speri

Descrivere un’azienda del calibro di Speri è impresa allo stesso tempo semplice e complicatissima. Semplice perché la storia di una famiglia che inizia la sua attività vitivinicola nel 1874 offre un sacco di spunti, aneddoti, chiavi di lettura e prospettive possibili. Difficilissima per lo stesso motivo, in quanto una così golosa possibilità certo non è sfuggita a tanti narratori prima di noi, che hanno in pratica prosciugato il mare delle scelte originali possibili. Tant’è. Non ci sottraiamo ad una sintesi di massima di questo casato della Valpolicella, alla sua capacità pionieristica e allo stesso tempo innovatrice. Continuità, ovvio, forte radicamento al territorio, ci mancherebbe; ma allo stesso tempo anche innovazione e voglia di cambiare passo quando i tempi e le contingenze lo richiedono. Una di queste arriva nel 2003, vera data di svolta e inizio di un clamoroso rinnovamento, tanto viticolo quanto tecnologico, di cantina ed enologico. Oggi, dunque, Speri guarda al futuro forte del suo passato ma anche di un presente che non è certo lasciato al caso ma è frutto di scelte imprenditoriali ben precise. Entrando a bomba nel merito delle questioni vitivinicole, ci piace sottolineare come un’azienda medio - grande come questa sia fiera di seguire direttamente l’intero processo produttivo, dalla vigna alla bottiglia, vinificando esclusivamente le uve di proprietà. E come tenga a sottolineare la vinificazione separata delle uve di ogni micro-zona, almeno per quanto riguarda le vigne più importanti. A tal proposito, il Monte Sant’Urbano è una specie di emblema, oltre che un riferimento per l’intera denominazione dell'Amarone. Un vino certamente opulento, come peraltro la sua tipologia di appartenza richiede, ma mai pesante né sbilanciato, sempre equilibrato nei toni maturi, di frutta sotto spirito, confettura e cioccolato. Morbido, certo, ma anche ricco di energia e dinamismo, non privo di dettagli, attraversato da una bella vena acida e caratterizzato da un finale affatto piacione. Davvero buono, diremmo elegante in riferimento ai canoni della denominazione. Un punto di riferimento solido su cui gli appassionati del buon bere possono sempre contare, anche chi, fra loro, aprroccia l'Amarone con qualche pregiudizio.

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