L’idea è dell’Istituto Statale di Agraria Umberto I di Alba, che, insieme al locale Istituto Penitenziario, ha pensato di far lavorare a braccetto i giovani studenti e alcuni degli “ospiti” della prigione. Il risultato è questo vino dal nome quanto mai azzeccato: “Vale la Pena”. In effetti, questo progetto è davvero ben centrato e riesce a coordinare realtà tanto distanti: chi si sta preparando ad affrontare il mondo e chi in questo mondo ha sbagliato, fianco a fianco intorno ad un prodotto “affratellante” come il vino. Davvero un bel messaggio. In quanto alle sue caratteristiche, si tratta di un vino schietto e sincero, ancora una volta in linea con l’essenza profonda del progetto.
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