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LA GRIFFE

Tenuta dell’Ornellaia Toscana Igt Masseto

Su i Quaderni di WineNews
Vendemmia: 2008
Uvaggio: Merlot
Bottiglie prodotte: 30.000
Prezzo allo scaffale: € 250,00 - 300,00
Proprietà: Tenuta dell'Ornellaia
Enologo: Axel Heinz

Quando iniziammo l’avventura de “I Quaderni di Winenews”, ormai più di sei anni fa, non ci furono dubbi su chi dovesse occupare la prima casella alla voce “Griffe” e subito recensimmo una sontuosa versione di Masseto, forse una delle migliori del nuovo millennio, come la 2001. Non che sia stata chissà quale intuizione (Masseto e l’intera Tenuta dell’Ornellaia sono da tempo stelle di prima grandezza nel panorama enologico italiano e internazionale), però possiamo dire che quella fu lo stesso una scelta ben precisa e ben meditata, addirittura di campo, in grado di identificare da subito cosa intendessimo noi con questa speciale rubrica. Che, va detto, oltre alla necessaria e imprescindibile qualità del vino, rappresenta una sorta di borsino del “peso” specifico e del valore stesso dell’azienda che vi collochiamo di volta in volta. Sulla bontà di quell’idea piovono oggi svariate conferme a livello internazionale, tra cui quelle dell’attesissima asta di Christie’s (Hong Kong) dello scorso 25 novembre. A fronte di una certa difficoltà registrata da alcuni dei più grandi Château francesi, in quel contesto ad emergere sono stati diversi brand italiani e tra questi Tenuta dell’Ornellaia ha giocato da assoluta protagonista (18 bottiglie di Ornellaia 1997 aggiudicate a 30.000 dollari di HK (2.883 euro) e sei bottiglie di Masseto 2006 e 2007 a 28.000 dollari di HK). Buon segno, per l’Ornellaia e per l’intero comparto, a dimostrazione che nel vino, come e più che in altri settori, i percorsi storici, lo stile e l’immagine sono un valore da non sottovalutare e di straordinaria importanza. Vedremo cosa ci dirà il tempo, che intanto consegna agli annali un'altra grande vendemmia di Masseto, la 2008.
I caratteri del vino sono quelli di sempre, capaci di unire potenza mediterranea e finezza, ardore e profondità, con una timbrica e una classe che hanno fatto scuola. Forse giusto qualche esuberanza, sia nella componente alcolica che in quella tostata, ne frenano oggi leggermente lo sviluppo, e ci impongono ancora qualche anno prima di collocare gerarchicamente questo Masseto tra i suoi predecessori. In ogni caso rappresenterà, ancora una volta, un’imprescindibile pagina del vino italiano.

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