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LA GRIFFE

Santa Margherita Doc Valdadige Pinot Grigio

Su i Quaderni di WineNews
Vendemmia: 2016
Uvaggio: Pinot Grigio
Bottiglie prodotte: 8.000.000
Prezzo allo scaffale: € 5,00 - 7,00
Proprietà: Santa Margherita
Enologo: Loris Vazzoler

A molti appassionati dell’ultima ora potrà sembrare strano, eppure il Pinot Grigio di Santa Margherita è stato un vino rivoluzionario per la giovane enologia italiana di qualità. Il progetto iniziale è addirittura del 1961, quando l’enologo di allora inaugurò un nuovo stile nella produzione bianchista dell’epoca, grazie alla vinificazione in bianco delle uve rosate del Pinot Grigio. Resta ancora oggi il vino che simboleggia il made in Italy enoico negli Usa e ha saputo conquistare anche tutti gli altri mercati, Cina in primis. Intanto, l’azienda da quei lontani anni Sessanta, ha fatto passi da gigante. L’odierno Gruppo vinicolo, fondato dal conte Gaetano Marzotto nel 1935, è progressivamente cresciuto sino a diventare un vero e proprio “mosaico enologico” presente con proprie cantine e propri vigneti in alcune delle più belle Regioni italiane: il Veneto Orientale, le colline di Conegliano-Valdobbiadene, l’Alto Adige, la Lombardia con la Franciacorta, la Toscana col Chianti Classico e la Maremma, la Sicilia e da ultimo anche la Sardegna con la recentissima acquisizione della Cantina Mesa, fondata dal creativo Gavino Sanna. Oggi questa realtà produttiva attraverso i brand Santa Margherita, Torresella, Cà del Bosco, Kettmeir, Lamole di Lamole, Vistarenni, Sassoregale, Terrelíade, Cà Maiol rappresenta uno dei poli più significativi dell’enologia italiana, con 19 milioni di bottiglie vendute ogni anno in 90 Paesi del mondo. L’azienda, non è un mistero, resta indissolubilmente legata al suo vino-icona, il Pinot Grigio, capostipite di un’intera generazione di nuovi vini bianchi italiani, leader di mercato da più di cinquant’anni, perché è proprio da quel vino “inventato” negli anni Sessanta che Santa Margherita ha fatto della capacità d’innovazione, della struttura manageriale, dello sviluppo tecnologico, della qualità e della sostenibilità, ambientale e sociale, i suoi tratti distintivi. Ma torniamo al vino oggetto del nostro assaggio. La versione 2016 è di colore paglierino tenue con i tipici riflessi lievemente ramati, mentre al naso ha una gradevole nuance di pera matura. Vino molto versatile, è pulito e coerente nella sua impostazione immediatamente piacevole.

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