La coltivazione dei meloni ha una lunga tradizione nel reggiano. Nelle valli bonificate tra Novellara, Guastalla e Santa Vittoria rappresentava un’integrazione del reddito per i braccianti agricoli e i contadini, che li vendevano sui mercati locali. È di quest’anno l’entrata di questi frutti tra i Presidi Slow Food e sono quattro le varietà di Antichi Meloni Reggiani coinvolti in questo che, verrebbe da dire, è uno dei più preziosi strumenti di tutela del gigantesco giacimento agroalimentare italiano. Le varietà inserite sono tutte diverse l’una dall’altra per caratteristiche e sapore: il Rospa è non molto dolce, sapido e leggermente piccante; il Rampino anch’esso non particolarmente dolce è tendenzialmente pepato; il Santa Vittoria è profumatissimo; il Lentigione è quello che si presta di più ad essere mangiato come frutto. Le tipologie che si trovavano in commercio qualche decennio fa erano più di quelle di oggi: a farla da padrone sono rimaste quelle che si conservano più a lungo e il cui gusto è più dolce.
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