Che i dolci, tra le tante altre cose, siano un “marchio di fabbrica” del buon mangiare siciliano è cosa arcinota. Meno note, forse, sono le vicende umane che a loro si collegano. Le “genovesi” di Erice sono dei biscottini di pasta frolla ripieni di crema tipici del piccolo paese fortezza in provincia di Trapani. L’origine del nome sembrerebbe rimandare alla loro somiglianza con la forma del cappello dei marinai genovesi, un tempo habitué di questa zona della Sicilia. È solo grazie alle monache del Convento di San Carlo ad Erice che oggi possiamo continuare a gustare molte ricette della tradizione dell’isola, tra cui anche questi biscotti di pasta frolla e crema. E proprio da loro Maria Grammatico imparò l’arte dolciaria, “rubando” con lo sguardo le ricette delle suore. Nel 1964, uscita dal convento, decise di aprire un piccolo laboratorio dolciario, tutt’ora regolarmente attivo ad Erice, dove riproporre i dolci tradizionali della Sicilia. Le sue produzioni sono diventate famose in tutto il mondo, arrivando anche alla Casa Bianca, e lei è diventata protagonista del libro “Mandorle Amare”, scritto da Mary Taylor Simeti, dove racconta il suo percorso umano e professionale, sospeso tra la povertà, i lutti familiari, la durezza esistenziale della Sicilia del dopoguerra, l’esperienza in un convento di clausura e la costante gioia di produrre leccornìe che rallegrano il corpo e lo spirito. Oggi la signora Maria, classe 1940, guida ancora la sua piccola impresa, dirigendone lo staff, insegnando alla scuola di pasticceria e intrattenendo i clienti.
(fp)
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