Marco De Bartoli iniziò nel 1978 a riprendere in mano la tradizione enologica più antica della Sicilia e nel 1980 fece esordire il Vecchio Samperi, oggi diventato un vero e proprio simbolo, traendo il suo nome dall’omonima contrada nell’entroterra marsalese, dai terreni calcarei. Anche il suo metodo di produzione ritornava indietro nel tempo (alla tradizione pre-britannica, quando il vino di Marsala era ottenuto senza “fortificazione”), utilizzando un processo di invecchiamento simile al “Soldera”, che prevede l’aggiunta di piccole parti di vino più giovane ogni anno in botti di rovere e castagno con vini già invecchiati. Un affinamento continuo (e “perpetuo” come suggerito in etichetta), per una media di almeno 15 anni, prima del suo imbottigliamento. Il risultato è un bianco di straordinario fascino dagli aromi che rimandano alla frutta secca, al miele, alle spezie e al tabacco, dal sorso lungo e persistente, secco e asciutto con lampi addirittura salini. Un vino quindi non da fine pasto, ma dagli abbinamenti vari (dai formaggi ai crostacei), che, leggermente freddo, sorprende pure come aperitivo.
(fp)
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