I Gini vantano una storia antica nella zona del Soave Classico, a Monteforte, di cui giustamente vanno orgogliosi. Tra le testimonianze tangibili, brilla un documento del Regno Lombardo-Veneto, datato 1852, che sancisce l’acquisto di una vigna in Contrada Salvarenza. Il cru in questione, che una leggenda ne fa derivare il nome da una giovane, Renza, appunto, minacciata dai briganti e salvata da un cavaliere, è formato da viti centenarie. La versione 2020, fermentata e maturata in legno per 12 mesi, è densa e profonda, dal tratto aromatico intensamente floreale, fruttato e con tocchi di pietra focaia. Lunga la persistenza sapida e la tenuta del frutto al palato.
(fp)
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