A Bormio, Teodosio Brielli, nel 1921, decise di avviare un’attività dolciaria, trasformando la sua pasticceria e mettendo a punto la ricetta di una caramella che potesse alleviare i problemi respiratori. Nacque la gemma di pino, caramella che segnò la fine della pasticceria alpina Brielli per lasciare spazio al caramellificio. Oggi, la produzione, mantenendosi artigianale e squisitamente familiare, ci sono Roberto e Sergio Brielli, terza generazione della famiglia più dolce dell’Alta Valtellina, ha ormai raggiunto livelli significativi e la gamma dei prodotti si è ampliata in una serie di caramelle per tutti i gusti e dagli svariati sapori: dai più classici come anice, pino, limone, orzo, eucalipto, propoli, mirtillo e fragola ai meno comuni come zenzero, ginepro e melograno. Li possiamo ritrovare nella linea “Arcobaleno”. Il formato è quello più caratteristico a pallina zuccherata esternamente, a cui sono aggiunti oli essenziali di prima qualità ad estratti e aromi passando per miele e succo di frutta.
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