Maturato in legno usato di media dimensione per 24 mesi e poi successivamente lasciato in cemento per cinque mesi prima dell’imbottigliamento, il Botticino Pià de la Tesa 2020 - prodotto per la prima volta nel 1994 - profuma di frutti rossi maturi, liquirizia e spezie, con tocchi affumicati. In bocca il sorso è polposo, dallo sviluppo continuo e sapido e dal finale che torna piacevolmente fruttato. Nel variegato scenario enoico del Bel Paese, è ancora possibile trovare alcune zone produttive poco conosciute, ma non per questo meno interessanti. È il caso della piccolissima denominazione bresciana Botticino, per la quale la famiglia Noventa svolge un lavoro di valorizzazione e tutela, soprattutto difendendo un territorio assolutamente particolare. Siamo tra le cave di marmo del Botticino, in provincia di Brescia, un areale boschivo e ancora poco antropizzato, caratterizzato da terreni marnosi e calcarei. Qui Pierangelo Noventa, le figlie Rossella e Alessandra con il marito Cristian e il contributo della nipote Laura, danno vita a una piccola produzione virtuosa. 10 gli ettari a vigneto - suddivisi nei Cru Pià de la Tesa, Gobbio e Colle degli degli Ulivi - allevati a biologico dal 2011, per un volume complessivo attestato sulle 35.000 bottiglie all’anno, costituito da una gamma concentrata su vini rossi da uve Barbera, Sangiovese, Marzemino e Schiava, capaci di svelare una personalità pronunciata.
(fp)
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