Prima Abele, poi Aldo, poi ancora Diana e infine Marco e Giulia. Eccola qui in fila la linea generazionale che ha portato la collina vitata Col del Lupo con la sua casetta a diventare un’azienda di 10 ettari di cui 3,5 sono coltivati a vigne: sono in alta collina, su suoli rocciosi e con pendenze impegnative, in media del 39%. La conduzione è biologica con qualche uso di preparati biodinamici e l’uso di solforosa in cantina è minimo. C’è la Glera, ovviamente, protagonista, ma ci sono anche altri vitigni autoctoni locali; ci sono pure piante centenarie, come nella vigna a Colbertaldo, che dà il nome all’azienda. L’ultima acquisizione è il vigneto La Tea, in zona Rolle, da cui proviene anche questo Extra Dry 2023. L’appezzamento è orientato a sud e il suolo è ricco di marne, arenaria e argilliti, che aiutano con le riserve idriche d’estate. Ne nasce un vino dai profumi di frutta matura, come pera, pesca e ananas e fiori di acacia, con un sorso cremoso e denso, che scorre minerale tornando su tonalità floreali in chiusura. Con le altre 5 etichette dell’azienda, la produzione annua è di circa 35.000 bottiglie.
(ns)
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