Nel portafoglio etichette di Banfi si è da poco aggiunto al Vermentino Pettegola, il Rosé Pettegola, che tenta di bissare il successo del suo predecessore. Analoga la veste grafica dell’etichetta, a segnare una vera e propria “linea” produttiva, per questo vino ottenuto da un blend a base di Sangiovese e Merlot, maturato in acciaio sulle proprie fecce per 2 mesi. La versione 2024 si mostra di colore rosa pallido, con sfumature violacee; al naso i profumi rimandano alla frutta e ai fiori freschi, con tocchi delicati di cipria; in bocca, il sorso è immediatamente piacevole, morbido e avvolgente, terminando in un finale saporito, dalla gradevole nota di congedo salina. La storia di quella che può considerarsi come una delle cantine più famose del Bel Paese ha inizio nel 1978, quando la famiglia italo-americana Mariani dette vita a Montalcino ad un progetto su larga scala. Un approccio innovativo per quei tempi, che non solo realizzò in Italia una delle aziende viticole più moderne, ma contribuì in modo non secondario al successo del Brunello, diffondendo negli Stati Uniti, ma anche nel resto del mondo, i vini di Montalcino. Oggi l’azienda conta su oltre 800 ettari a vigneto, da cui si originano 10.500.000 bottiglie e nella cantina di Sant’Angelo Scalo si producono anche vini di altre denominazioni toscane (Banfi possiede 40 ettari di vigneto a Castellina in Chianti e 5 ettari a Bolgheri).
(fp)
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