La storia enoica della Barone Pizzini comincia dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, quando Giulio Pizzini Piomarta va ad affiancare nella gestione aziendale il padre Edoardo. Nel 1967, con l’avvento della denominazione Franciacorta, la Barone Pizzini fa parte del primo nucleo dei produttori che la rivendicano, uscendo con la prima etichetta a denominazione Franciacorta nel 1971. Nel 1993, l’assetto proprietario aziendale cambia con l’ingresso nella proprietà di un gruppo di imprenditori, tra cui Silvano Brescianini, attuale amministratore delegato della società e presidente del Consorzio Franciacorta. Nel 1998, la cantina con sede a Provaglio d’Iseo avvia l’esperienza della viticoltura biologica, per ottenere un vino dal forte legame con la propria terra e che preserva quella stessa terra, unico e irriproducibile altrove. E con la vendemmia 2002 nasce il primo Franciacorta Biologico. Sempre nei primi anni del Nuovo Millennio, l’azienda esce dai confini della Franciacorta ed espande la propria sfera di influenza con l’avvio delle esperienze viticole di Podere Ghiaccioforte (20 ettari vitati in biologico), nella Maremma toscana, e della marchigiana Tenuta Pievalta (34 gli ettari a vigneto in biologico/biodinamico) nel cuore produttivo del Verdicchio dei Castelli di Jesi. Oggi la prima azienda in Franciacorta a convertirsi al biologico conta su 60 ettari vitati di proprietà - posti nei comuni di Provaglio d’Iseo, Passirano, Corte Franca e Capriolo - da cui si ricavano 370.000 bottiglie di produzione complessiva, puntando con convinzione anche sul recupero e la valorizzazione dell’Erbamat, vitigno di antica coltivazione, che Barone Pizzini ha piantato nel 2008, effettuando la prima vendemmia nel 2011 e la sua prima spumantizzazione nel 2013. Anche la cantina aziendale, costruita nel 2007, è concepita secondo criteri di architettura eco-compatibili, ma soprattutto, con l’obbiettivo di migliorare la vita delle persone che qui lavorano. Insomma, in questa realtà la gestione biologica l’attenzione alla biodiversità e all’impatto dell’impronta carbonica sono innanzitutto un fatto culturale, che cerca di pervadere ogni aspetto della produzione, anche quelli apparentemente più marginali. Il Dosaggio Zero Animante L.A. è una cuvée le cui basi provengono da annate di particolare pregio, che dopo un passaggio di 8 mesi in acciaio, riposa sui suoi lieviti per 70 mesi. Intenso il suo bagaglio aromatico, che rimanda alla frutta candita, agli agrumi e alla crosta di pane, con tocchi lievemente mentolati. Cremoso e fragrante il sorso, che in bocca cresce in dolcezza per chiudere con toni più sapidi e ammandorlati.
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