I meriti di Barone Pizzini sono ormai acclarati. Non solo per la qualità della produzione ma anche per aver saputo metterle tutte in fila: dal biologico al biodinamico, dalla territorialità alla personalizzazione. Per quanto riguarda il Franciacorta, poi, siamo dinanzi ad uno dei primi rappresentati sorti dall’attribuzione della denominazione d’origine: con il direttore della cantina, Silvano Brescianini, a presiedere oggi il relativo Consorzio. E allora, datosi che da queste parti amano rimboccarsi costantemente le maniche, ecco spuntare pure l’Erbamat: un vecchio vitigno della zona, citato già nel Cinquecento da Agostino Gallo (come albamatta), su cui in azienda si sono messi a lavorare di buzzo buono fino al recente riconoscimento, da parte del Consorzio stesso, della possibilità di una sua percentuale (fino al 10%) nell’uvaggio della DOCG. Questo Extra Brut, quindi, per via del vitigno al 60% non poteva che essere un VSQ, ma il risultato rimane interessantissimo: per il continuo perlage, i tocchi olfattivi agrumati e floreali, nonché la sapidità e la mineralità che al palato lo sostengono, decisamente persistenti.
(Fabio Turchetti)
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