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ECONOMIA E TERRITORIO

Bene i valori, pur con meno quantità: i grandi territori (Montalcino compreso) non fanno eccezione

Brunello: vendite a +18% in valore nel 2022, nonostante un’annata 2017 in commercio con il 15% in meno di prodotto sulla precedente
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Il Brunello di Montalcino, tra i vini rossi più amati del mondo

Un po’ trainati dal successo e dal blasone dei prodotti, un po’ dalla minor disponibilità di prodotto, un po’ spinti dall’inflazione, i valori del giro d’affari vino italiano, nel 2022, sono cresciuti. Almeno all’export, che, in attesa del dato Istat ufficiale sui 12 mesi, dovrebbe toccare gli 8 miliardi di euro, e di certo per alcuni dei territori più blasonati. E se della crescita di alcuni, soprattutto bianchisti, abbiamo già raccontato qui, passando per i grandi rossi come l’Amarone della Valpolicella ed il Barolo, senza dimenticare il Chianti Classico, come emerso dalla rispettive “Anteprime”, nei giorni scorsi, ora non fa eccezione il Brunello di Montalcino. Che, a fronte di un 14% in meno di vino immesso sul mercato (73.418 ettolitri nel 2022, secondo i dati di Avito), vede il Consorzio del Brunello di Montalcino tracciare un bilancio che chiude a +18% in valore nel 2022 (sul 2021), accompagnato da un aumento in volume del +7%. Almeno, stando ai dati raccolti dall’“Osservatorio Prezzi”, lo strumento di rilevazione delle vendite basato sulle dichiarazioni di un campione omogeneo di imprese del territorio, che ha monitorato un panel che rappresenta il 28% della capacità produttiva della Docg.
Dai cui dati, al significativo aumento del prezzo medio, ha corrisposto una performance positiva in quasi tutti i mercati export di sbocco e in quello interno. In particolare, spiega il Consorzio (che associa 219 imprese sulle 269, numero complessivo delle aziende di Montalcino, ndr), spicca la domanda nel Belpaese, primo mercato per il principe dei rossi toscani, con un rialzo in valore a +27% (+19% i volumi). Molto bene anche gli ordini dagli Stati Uniti, che con una chiusura di anno a +29% si confermano principale sbocco internazionale con una quota di mercato che sale a circa il 30% sul totale delle vendite di Brunello oltreconfine. Luce verde, nella top 5 dell’export, anche per Canada, Germania e Svizzera, mentre arretra la domanda del Regno Unito. Complessivamente, nel 2022 è stato commercializzato il 94% della consistenza iniziale dell’annata 2017. La Riserva 2016, altra protagonista delle vendite del 2022, ha infine portato il millesimo al sostanziale sold out nelle cantine di Montalcino. “Nel 2022 le nostre imprese sono riuscite a fare ancora meglio del biennio precedente - spiega, in una nota stampa, il Consorzio del Vino Brunello di Montalcino - e questo fa particolarmente piacere. In primo luogo, perché è la dimostrazione di come il nostro brand territoriale sia sempre più apprezzato nel mondo a prescindere dal blasone delle singole annate; poi perché il risultato è stato raggiunto nonostante una dotazione della nuova annata commerciale 2017 del 15% inferiore rispetto a quella precedente”.
“Consolidamento - commenta il presidente del Consorzio, Fabrizio Bindocci - che sarà la parola chiave del 2023, che si apre con molte insidie di carattere congiunturale. Da conseguire attraverso un’attività intensa di promozione e di posizionamento in Italia e all’estero”. Con quali eventi ? Prowein (dal 19 al 21 marzo, Düsseldorf), Vinitaly (2-5 aprile, Verona) ed i due eventi sul territorio, “Red Montalcino”, ad inizio estate, e “Benvenuto Brunello”, dal 17 al 27 novembre.

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