Il classico? È il senza tempo, qualcosa che non mi annoia, come il Sangiovese, che non mi stanca mai perché è vivo, a volte espansivo, a volte chiuso, va su e giù come l’umore" . Parole di Coralìa Pignatelli della Leonessa, ovvero la principessa del Chianti Classico, titolare di una delle realtà più belle del vino del Gallo Nero, Castell'in Villa a Castelnuovo Berardenga, in provincia di Siena. Conoscere e parlare con lei è un po' come approcciarsi ai suoi vini, mai subito comprensibili, non per tutti, austeri, a volte ritrosi, ma senza dubbio eleganti e dalla veste regale. Siamo nella parte meridionale del Chianti Classico e qui sorge un'antica torre di pietra che fa da cantina, dove Coralìa, figlia di un aristocratico greco e moglie dello scomparso Riccardo Pignatelli della Leonessa, ha scelto di vivere e lavorare. Una scelta non semplice e non dettata dal desiderio di fare vino in principio, ma dalla necessità di portare avanti qualcosa lasciato all'improvviso dalla persona amata, scomparsa prematuramente. C'è un'altra frase di lei che mi ha sempre colpito. A una domanda che le feci tempo fa - "le è mai venuto voglia di mollare tutto?" - mi rispose " non puoi mollare qualcosa in cui hai dato così tanto". Costanza, perseveranza, zero voglia di apparire in un mondo, come quello del vino, dove conta sempre più il sembrare che l'essere. Ma lei è fedele a sé stessa ed è ben lontana dall'immagine della "principessa nel castello". Anzi, i pochi che hanno la fortuna di frequentarla sanno quanto pragmatismo ci sia in questa donna: pochissime parole ma sempre ben piazzate. Il ritratto di Coralia coincide perfettamente con i suoi vini che tengono alla tradizione stilistica più autentica del Chianti Classico. Questo è il senso del classico da lei espresso: qualcosa che rispetta le regole del passato, a patto che queste abbiano avuto un senso. E allora si può fare a meno delle mode e dei trend e considerare i vini per quello che sono, bottiglie buone o no. I suoi buoni lo sono sempre, spesso ottimi, talvolta indimenticabili. Provengono da oltre 50 ettari di vigneto, fortemente caratterizzati da una coltivazione basata sulle diverse espressività degli appezzamenti. Vinificazione semplice in vasche di acciaio e affinamento in botti grandi di rovere. Semplicità e grandezza sono evidenti nella Riserva 2011, intenso, dalla trama tannica vellutata, con un bouquet al naso e in bocca che richiama la rosa e la viola appassite, la scorza di arancia, il cardamomo. L'acidità è ancora netta ma calibrata e accompagna un finale interminabile, che lascia in bocca un ricordo di struggente bellezza.
(Francesca Ciancio)
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