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CHE COS’È IL “RECIOJITO”? È IL MOJITO DECLINATO DA MASI DOVE NELLA CLASSICA RICETTA VIENE AGGIUNTO IL RECIOTO, VINO DOLCE DELLA VALPOLICELLA, PER UN DRINK FUORI DAGLI SCHEMI. UN COKTAIL CHE DA VINITALY DARÀ L’ASSALTO ALL’ESTATE

Italia
Ecco il Mojito di Recioto

Che cos’è il “Reciojito”? Semplice, è Recioto più Mojito. Il vino dolce della Valpolicella incontra il rum bianco e diventa il nuovo cocktail dell’happy hour. Lo fa con il Recioto Classico Amabile degli Angeli, prodotto dalla griffe veneta Masi Agricola, una delle più importanti aziende del panorama enologico italiano. Il ventaglio dei cocktail si allarga, dunque, e punta sul vino come ingrediente fondamentale. L’idea di Masi è semplice e allo stesso tempo efficace: prestare il Recioto Classico all’happy hour lanciando un vino storico oltre i confini del fine pasto, solitamente invernale, o dell’abbinamento al dessert, entro cui l’abitudine l’ha collocato. Lo propone a Vinitaly, dal 25 al 28 marzo 2012, la Masi. Un assaggio da non dimenticare di inserire in agenda.

Focus - La ricetta del Reciojito
8-10 foglie menta
3 cl succo fresco lime non filtrato
3 cl simple syroup (zucchero liquido)
3 cl Rum Bianco (Brugal) 3 cl Amabile degli Angeli Recioto Classico Masi
Top soda
Spolverata di un cucchiaio di zucchero canna bianco
Decorare con un rametto di menta e una fetta di lime, servire in un bicchiere “tumbler” (quello per il whiskey)

Focus - I principali coktails a base di vino
“Watermelon Pepper”: ottenuto con del lime tagliato a pezzi, basilico, anguria fresca, ghiaccio a scaglie, vino bianco e pepe rosa.
“Il Giusti”: ottenuto con melone fresco frullato e Prosecco e/o Cartizze.
“Spritz”: la ricetta classica prevede Prosecco, Aperol e fetta d’arancia ma sono in crescita le versioni ottenute da un qualsiasi vino spumante o fermo, anche rosé, a cui si aggiunge la soda.
“Kir”: si fa con vino bianco secco e Créme de Cassis. Esiste la versione “Royal”, che sostituisce il vino bianco con lo Champagne.
“Russian Spring Punch”: ottenuto con Vodka, succo di limone, Créme de Cassis e sciroppo di zucchero, a cui viene aggiunto dello spumante.
“Barracuda Top”: si fa con rum, Galliano, succo d’ananas, un po’ di limone fresco e Prosecco.
“Mimosa” (o “Buck’s Fizz”): semplicemente Champagne e succo d’arancia fresca ben agitati.
“Champagne Coktail”: ottenuto da Champagne, Cognac, un po’ di Angostura e zuchero.
“French 75”: ottenuto con succo di limone fresco, una spruzzata di sciroppo di zucchero e Champagne.
“Bellini”: ottenuto semplicemente da Prosecco e purea di pesche fresche. Varianti: “Puccini” (con succo di mandarino), “Rossini” (con purea di fragole fresche), “Tintoretto” (con succo fresco di melograno).

Focus - Piccola storia dell’aperitivo
La parola “aperitivo” deriva dal verbo latino “aperire” che significa “aprire” e, molto propriamente, questo termine si riferisce a quelle bevande che, per la loro particolare composizione, hanno la capacità di “aprire” lo stomaco e di prepararlo ad una buona digestione. Il “rito” dell’aperitivo è molto antico e se ne ritrovano tracce in molte civiltà, declinato, evidentemente, in modo vario. In effetti, possono esistere tanti aperitivi quante sono le razze umane, le nazioni, le abitudini, gli stili di vita. Gli Assiri prendevano l’aperitivo con vino di palma; i Pellerossa, prima del loro pasto, consumavano succo d’acero fermentato, mentre i Tartari bevevano latte di cavalla fermentato. Al contrario, i Greci ed i Romani, all’aperitivo, sorseggiavano vini con miele o aromatizzati con spezie. Oggi, a seconda dei Paesi, l’aperitivo può essere un distillato, come 1’Arrak o la Vodka, un vino secco o liquoroso, come il Madera o lo Sherry, oppure uno degli innumerevoli cocktails che la fantasia e l’abilità dei barmen hanno elaborato.

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