Marinella Camerani ha appena finito di vendemmiare la Garganega: è stanca ma felice, decisa ad occuparsi meno delle pubbliche relazioni e a tornare ai suoi gesti agricoli. “Sarà Federica a girare, ora”, conclude sorniona, riferendosi alla figlia, ormai perfettamente integrata in azienda. Con lei ha comprato un paio di anni fa un po’ di vigna biologica in località Fienile e ora finalmente il Soave di Corte Sant’Alda ha un nome e un’identità meglio definita. Fermenta in acciaio (malolattica compresa) e riposa poi sulle fecce nobili fino all’imbottigliamento: un vino teso e luminoso, profumato di cedro e melone bianco, di fiori ed erbe di campo; in bocca scorre sottile, con sapidità accennata e freschezza pepata.
(ns)
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