02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)
LA GRIFFE

Domaine Coche-Dury Appellation d'Origine Côntrolée Corton Charlemagne Grand Cru

Su i Quaderni di WineNews
Vendemmia: 1999
Uvaggio: Chardonnay
Bottiglie prodotte: 2.000
Prezzo allo scaffale: € 1,00
Proprietà: Famiglia Coche-Dury
Enologo: -

1999. L’anno del Corton Charlemagne Coche Dury che abbiamo avuto la fortuna di assaggiare è una data simbolo su diversi fronti per questo straordinario Domaine di Mersault. A partire dall’ingresso in azienda in pianta stabile di Raphael, figlio di Jean-François, capace da subito di affiancare nel migliore dei modi il padre, a garanzia di una continuità futura su livelli ancora stellari. La proprietà comprende una decina di ettari di vigneto (meno di otto allevati a Chardonnay e 2,5 a Pinot Noir) per una produzione annua di circa 45.000 bottiglie. Tutte letteralmente “bruciate” sul mercato, già vendute prima che vengano prodotte tanto che è praticamente impossibile entrare nel portafoglio clienti dell’azienda. Semmai ci si può accontentare di pescare qualche bottiglia nelle carte dei più prestigiosi ristoranti del mondo, a patto di essere disposti a “svenarsi”, ovviamente, visti i prezzi delle etichette firmate Choche Dury. Cifre straordinarie, si capisce, almeno quanto i vini che quelle bottiglie contengono. Facendo qualche passo indietro, dalla tavola alla vigna, vale la pena ricordare che le viti sono piantate in alcuni dei siti più vocati della Côte d’Or: da Corton Charlemagne a Mersault Perrieres, da Caillerets a Narvaux, passando per Rougeots, Vireuils and Chevalières, più le recenti acquisizioni a Puligny Enseignières (per i bianchi); mentre Auxey-Duresses, Monthelie, Pommard e Volnay regalano all’azienda le uve per i vini rossi. E’ fuor di dubbio, comunque, che siano i grandi bianchi che hanno consegnato a Coche Dury le chiavi del suo enorme e meritato successo mondiale. Il Corton Charlemagne 1999 è un vino difficile e allo stesso tempo semplice da commentare. Un vino grandioso, emozionante e indelebile, capace di sbalordire il più smaliziato dei degustatori come di coinvolgere il semplice appassionato. Un vino di incredibile energia, che pare giocare a rincorrere e soddisfare ogni desiderio di naso e palato, che unisce magicamente frutta tropicale e agrumi quasi acerbi (lime), dolcezza di frutto e veemente acidità, complessità (anche grazie allo straordinario uso dei legni) e perfetta piacevolezza di beva. Infinito.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli