E’ Mariano Bini che a inizio Ottocento dà il via all’impresa vitivinicola, forte dell’esperienza che aveva fatto nel commercio e nella gestione di ben tre osterie nella natia Livorno. Dei 400 ettari attuali, circa 32 sono dedicati alla vigna ma non mancano gli olivi, i pioppi, una superficie di seminativo e i boschi, a formare una estensione di tutto rispetto. Il Chianti 2010, che affina solo in acciaio, ha un profilo di buona aderenza territoriale che amalgama profumi di viola fresca a cenni fruttati di uva matura e ciliegie. Buono il nerbo acido al palato, dinamico il sorso, appena frenato da un finale caldo e ancora tannico, capace però di rimandare alle suggestrioni più tradizionali di un vino che ha fatto e fa la storia della Toscana enoica.
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