Un Soave così immediato mancava da un pezzo. C’è chi non lo riconosce del territorio, chi ne rimane affascinato, chi lo definisce con affetto “tisana”. Semplice e diverso, con il suo colore gentile, il suo profumo di fiori di campo e quell’equilibrio discreto fra sapidità e freschezza, di certo non passa inosservato. Come non passa inosservato il suo produttore: uomo dal carattere ingombrante che torna alla terra con un’idea precisa del vino che vuole fare. Trovati i (4) terreni e i compagni giusti (fra cui Stefano Menti) fa del suo sogno una piccola rivoluzione: ottenere il Soave che si ricorda da bambino e farlo Doc. Solo uva. “Già sentito!”? Assaggiate questa Garganuda: e che il dibattito abbia inizio.
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