Anche quest'anno la Garganuda merita di essere citata. Il vino avrebbe bisogno di ancora un po' di bottiglia, ma lo stile di Andrea Fiorini (mente) e Giovanni Menti (esecutore) resta un richiamo del “possibile” nel Soave, per chi li fa e per chi li beve. Confermata la beva agile, nel 2018 spiccano le note di arancia (sur)matura, tiglio e camomilla, che via via si addolciscono. Lentamente affiora una leggera nota di mandorla che torna soprattutto in bocca, ben accompagnata da una sapidità quasi salina. Un Soave da primavera piovosa, ma estate calda, da vigne di Castellaro e Grumolo: grappoli come sempre diraspati e fermentati spontaneamente in vasche di cemento. Diamogli tempo.
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