Hanno iniziato in solitudine o quasi (1871) nelle Marche da poco non più papaline. Il marchio della ditta – mai mutato – fu depositato nel 1900. Da allora, una generazione via l’altra, guadando l’era-shock della bottiglia ad anfora (icona e trappola) e poi quella della grande rinascenza (tuttora in corso) i Garofoli han messo su una macchina da 1,5 milioni di pezzi. Ma articolata, chiarisce Caterina, ultima smiling generation al lavoro, in segmenti artigiani ben legati. Il Metodo Classico fatto da sempre in proprio (l’Extra Brut è una perla); l’approccio pop del Macrina; il rilancio alto del Serra Fiorese (nato nel 1984, due anni tra legno e bottiglia, ultimo un 2014 super); l’ambizione assoluta della Selezione dedicata al fondatore Gioacchino. E dal ’92, il Podium. Nomen omen, subito da medaglia. Tesa espressività (solo acciaio), lunga gittata: vessillo di casa. E dunque, mentre debutta un ampio, opulento 2015, il riassaggio del 2008 regala la foto di quel che un grande Verdicchio dà nel tempo. Frutto ancora fresco, anima metallica temperata di spezie e renetta, finale di sale e mandorla bianca. Eleganza pura. Classe indiscutibile.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024