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LA GRIFFE

Gianfranco Fino Doc Primitivo di Manduria Es

Su i Quaderni di WineNews
Vendemmia: 2009
Uvaggio: Primitivo
Bottiglie prodotte: 12.000
Prezzo allo scaffale: € 38,00 - 40,00
Proprietà: Gianfranco Fino
Enologo: Gianfranco Fino

Se negli ultimi tempi la Puglia del vino è stata capace di far impennare la propria immagine, aumentando sensibilmente l’indice di gradimento tra appassionati e addetti ai lavori, non ultimi critica e stampa specializzata, molto si deve all’opera radicale e senza compromessi di viticoltori come Gianfranco Fino.
Deciso a compiere un’impresa fuori dagli schemi, comincia il suo percorso all’inizio degli anni Duemila, puntando subito su condizioni ambientali di valore e identità: dalla scelta dei terreni, caratterizzati da suoli rossi, all’allevamento ad alberello di vecchie viti, fino alla densità degli impianti e le caratteristiche clonali delle varietà coltivate. Dopo l’indagine iniziale, l’avventura può dirsi completamente avviata nel 2004 con l’acquisto di una piccola parcella allevata con viti di primitivo di cinquant’anni.
Di lì in avanti seguono altre piccole acquisizioni di terreno, fino agli attuali otto ettari, che non cambiano di una virgola l’impostazione iniziale dell’azienda e le idee che ne hanno determinato i tratti distintivi.
Due i vini prodotti da questa cantina, decisamente giovane ma capace di bruciare le tappe, fino a diventare uno degli astri nascenti del vino italiano: il Primitivo Es e il Jo, da uve Negroamaro.
La versione ’09 del primo è davvero splendida. Ha una impostazione di clamorosa potenza, capace di un tripudio fruttato con tocco tostato e speziato in sottofondo, non senza intriganti note di macchia mediterranea e radici. Anche il palato è caldo e avvolgente, dolce nella trama fruttata ma mai stucchevole, anzi accompagnato da una decisa sapidità.
Un vino di grandissimo impatto, non c’è dubbio, capace però di mantenere sempre un sorprendente equilibrio, cosa che non lo fa mai apparire dimostrativo o presuntuoso. Figlio di uve leggermente appassite sulla pianta, dell’affinamento in barrique (nuove ed usate in egual misura) ma soprattutto del suo terroir di riferimento.

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