A Montepulciano è sempre più avvertita da tutti i produttori l’esigenza di una maggiore identità e di una più congrua valorizzazione per il vino poliziano. Ben due associazioni, senza ostacolare il lavoro del Consorzio del Nobile, sono nate in rapida successione per occuparsi di questa questione. Da un lato i “Vignaioli di Montepulciano” (Podere Casanova, Croce di Febo, Casale Daviddi, Fassati, Metinella, Il Molinaccio, Montemercurio, Romeo, Talosa e Tiberini) e dall’altro “Alliance Vinum” (Salcheto, Poliziano, La Braccesca, Dei, Boscarelli e Avignonesi). Leggendo i loro manifesti degli intenti, per i primi “Il Nobile di Montepulciano, tradizionalmente prodotto da blend di Sangiovese e/o Prugnolo Gentile con vitigni autoctoni toscani, le cui peculiari caratteristiche ne motivano la scelta, può essere prodotto anche con Sangiovese in purezza”. E per i secondi, “Il Nobile si identifica con l'uva Sangiovese, più precisamente con il Prugnolo Gentile. L'Alleanza mira a imbottigliare solo vini di alta qualità con un'alta capacità di invecchiamento, caratterizzata da piacevolezza ed eleganza”. Difficile scorgere differenze rilevanti. E allora, un paio di semplici e sommessi suggerimenti, tra i molti: sul piano dell’identità, sarebbe già possibile lavorare sulla menzione “Vigna”. Di passaggio, segnaliamo la sconfortante situazione dell’utilizzo di questo prezioso strumento in tutta la Toscana (si veda l’elenco regionale dal ridottissimo numero di cantine che lo utilizzano). E poi, per un’iniziale valorizzazione del Nobile potrebbe essere utile ridurre o cancellare le deleghe di imbottigliamento del Nobile fuori dalla zona di produzione. Soltanto modesti spunti, naturalmente.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024