Il fascino di Montalcino è anche il racconto della vita dei produttori che ne hanno fatto la storia. Alcuni sono più conosciuti, altri meno, pur avendo completamente sposato il territorio e la filosofia produttiva del Brunello. È questo il caso di Alessandro Mori de Il Marroneto, che non ha mai “mollato” la presa anche quando molti dei suoi coetanei lasciarono vigne e poderi per andarsene altrove. Senese di nascita ma montalcinese molto più che d’adozione, nel 1975 piantò le prime viti di Sangiovese nella parte nord di Montalcino, a ridosso del paese sopra Le Chiuse e il Canalicchio. Alessandro è stato discepolo di Mario Cortevesio e Giulio Gambelli. E quelle rigorose indicazioni hanno sempre guidato la produzione dei suoi Brunello, nel segno della classicità, ovvero macerazioni lente e botti grandi. Il 1991, oggetto del nostro assaggio, arriva da una vendemmia molto complicata in Toscana. Ma è entusiasmante. Naso complesso che alterna note di radici, fiori e tabacco. Bocca saporitissima, sottile e sfaccettata, di grande personalità. Bellissimo.
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