Il kimchi non è più solo prerogativa dei ristoranti coreani: oggi il kimchi arriva ad ogni latitudine, anche in Italia. Il kimchi è una ricetta coreana millenaria, patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco nel 2013. Per prepararlo le verdure sono sottoposte a fermentazione, un processo che insieme all’uso di spezie genera il suo tipico gusto sapido e acidulo. Col tempo, quella che era una tecnica per prolungare la vita degli alimenti, si è trasformata nel concetto di kimchi che conosciamo oggi. Cavolo e ravanelli sono le verdure più gettonate da usare come base, mentre l’aggiunta di spezie, peperoncino, zenzero o aglio lo arricchisce di nuove sfumature. E il risultato è decisamente più intenso rispetto a una classica giardiniera. La sua popolarità è in crescita e le possibilità fusion sempre più interessanti. Lo sanno bene Erin Eun-Young e Mark Blackwell, che a Milano hanno fondato Kimchi Pop, producendo classico, vegano o piccante, acquistabile online o da diversi rivenditori e ristoranti, da Varese a Lecce.
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