Si chiama Café Culture, il vino della sudafricana KWV (Ko-Operatieve Wijnbouwers Vereniging, una fusione di diverse realtà produttive che nel 1997 è passata dallo statuto cooperativo a quello di azienda), un vino che è anche un progetto di marketing integrato, dall’etichetta ricercata e un marchio dedicato. Un vino che secondo le intenzioni dell’azienda è stato “progettato” per venire incontro alle esigenze di un pubblico più di immediati fruitori che di esperti, da consumarsi nei lounge bar o nei bistrot piuttosto che nelle enoteche in senso stretto. Café Culture è un Pinotage in purezza, una varietà che può essere considerata come l’“uva locale” del Sudafrica, dato che fu il professor Abraham Perold dell’Università di Stellenbosch che, nel 1924, la “creò” dall’incrocio fra Pinot Nero e Hermitage (o Cinsault, vitigno del sud della Francia) e che solitamente trova proprio in Sudafrica le sue declinazioni migliori. L’enologo Bertus Fourie ha realizzato un vino dagli intensi aromi e dal gusto denso, rotondo e accattivante.
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