Quando in Italia si parla di spumanti Metodo Classico, ecco la Franciacorta. Una denominazione quasi “inventata” ad hoc per soddisfare i consumi della capitale un tempo morale e ancora oggi produttiva del Bel Paese, e cioè Milano. Con un sorprendente parallelismo con quanto accadde nella Champagne, “scelta” come serbatoio dei vini destinati ai consumi regali di Parigi. Ma al di là delle analogie, nella provincia di Brescia si è sviluppata una bella storia enoica, che inizia con i primi esperimenti di Berlucchi a metà del secolo scorso, e che è continuata con il riconoscimento della Doc nel 1967 e della Docg nel 1995. Se la Franciacorta è una delle Doc più giovani d’Italia, con il definitivo decollo della sua spumantistica, avvenuto nella seconda metà degli anni Ottanta, questa piccola e agguerrita realtà ha saputo costruirsi non solo uno spazio ma un vero e proprio “locus” privilegiato nel raffinato campo della produzione a metodo Champenois. Un esempio, anche dal punto di vista del marketing, a partire da un nome capace di evocare, ancora, la Francia, e allo stesso tempo restare indelebilmente in testa. Grazie all’accelerazione imposta da marchi ormai consolidatisi a livello non solo nazionale, la Franciacorta ha conquistato una ribalta importante, condivisa “metodologicamente” soltanto con il Trentino. Accanto ad un forte dinamismo imprenditoriale, il territorio ha saputo anche contare su una coesione d’intenti ben assecondata da un Consorzio dinamico e capace di rispondere alle esigenze dei suoi associati. Detto questo, però, le sfide non diminuiscono, anzi aumentano. Auguri.
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