C'è voluto l'aiuto degli amici per raccogliere in due degustazioni la vita di Madame Martis. Dieci anni declinati in una verticale dispari (al Vinitaly) e una verticale pari (al Merano Wine Festival), raccontati dalla precisione dell'enologo Matteo, dalla fermezza di Antonio, dal brio (condito da lacrime commosse) di Roberta, e dal riservato ma solare debutto (vocale) di Alessandra e Maddalena. Due degustazioni che hanno dimostrato come cantar fuori dal coro, coraggio, competenza e passione sono in grado di guidare la Fortuna - notoriamente cieca - verso una piccola testimonianza di successo. A sancire la coerente sintonia che qui si è creata fra uomo, pianta e territorio: un'impronta riconoscibile, con la sua evoluzione (la conoscenza che si affina) e la sua capacità di accogliere ciò che ogni diversa annata consegna. Dodici calici integri, simili nell'intento e diversi nella sua interpretazione. Resta impigliata nell'animo la 1999. 500 bottiglie, sboccate nel 2008 (a confutarne le conseguenze nefaste sulla bolla) di oro intenso e dal sorso evoluto, pieno e garbato di pasticceria, elicriso, ginestra e melissa. Possiamo dirlo: il Giulio Ferrari ha infine trovato una degna compagna, Madama.
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