Michele Satta è arrivato in Toscana nel 1974 e, pur fieramente lombardo, si è gradualmente accostumato agli usi livornesi, senza dimenticare le radici: i vini riflettono l’uomo schietto e tutto d'un pezzo, amante delle bottiglie profonde che si è attrezzato a fare. Satta ha dimostrato il suo valore con i vini, fra i primi notevoli esemplari della DOC: sperimentatore instancabile, è stato pioniere nel capire il potenziale del Vermentino e nel credere nel grande Sangiovese. Questo territorio può mostrare gratitudine nel riconoscere fra i Bolgheri Superiore un fuoriclasse: il Piastraia, che racconta come queste uve possono fare parte di un vino eccezionale.
(Daniel Thomases)
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