Quando si dice la territorialità, il tratto distintivo, la personalità. Non solo, infatti, ci troviamo dinanzi al Sangiovese e all’ambito del Chianti Classico, che già si caratterizza di suo; ma di fronte a Montevertine e alla dinastia Manetti bisognerà operare anche degli altri distinguo, per comprendere pienamente quello che si sta per assaggiare. Ricordando che, come tutte le zone viticole di livello, ogni microcosmo suona musiche proprie: anche a Radda in Chianti, comune di appartenenza della cantina. Oltre a ciò, però, sono le teste pensanti ad essere di volta in volta differenti, come si evince confrontandosi con Martino Manetti: che sulla falsariga degli insegnamenti di papà Sergio procede per sentieri propri e anticonformisti, fregandosene pure di denominazioni d’origine o chissà che, solo al fine di raccontare il Sangiovese come lo intende lui. Questo vale per il suo capolavoro, Le Pergole Torte, nonché per questo Montevertine: ambivalente nel suo proporsi con estrema beva ma altrettanta complessità. Viola, visciola, pepe e agrumi tracciano la strada, assistiti da un tannino di fittezza, ma eleganza, esemplari.
(Fabio Turchetti)
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