Sono sbarcati nel 2002 dalla Franciacorta, pionieri d’un percorso écolos poi impattante sull’intero territorio. Sposato con acume il Verdicchio, son divenuti interpreti (occhio: non apostoli) di una biodinamica mai urlata o usata (merito dello stratega Silvano Brescianini e dell’enologo Fenino) “contro” o per guerre di religione. Il risultato? Vini territoriali e identitari, dal Brut Perlugo (centro certo visto il Dna aziendale) al San Paolo, l’etichetta leader. Passando per il Dominè, icona di Verdicchio contemporaneo perfetta per far nuovi proseliti: solo acciaio, rapida evoluzione, e in versione ‘16 lama tesa in velluto di aromi varietali. A un prezzo esemplare.
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