E pensare che Giulio Salvioni - ma oggi in azienda ci sono anche i figli David e Alessia - ha iniziato, a fare vino per hobby. Ma fin dall’uscita del suo primo Brunello, 1985, è stato un successo. La ricetta? Sangiovese, legno grande, niente ringiovanimento e filtrazione. L’azienda produce 20.000 bottiglie da 4 ettari di vigneto, nel versante nord-orientale di Montalcino. Il Brunello 2020 possiede un bel naso che rimanda al sottobosco, alla rosa, alla resina di conifera e ai frutti neri, con leggere note speziate ed ematiche a rifinitura. In bocca il sorso è senza sbavature, dalla bella progressione acida e dai tannini maturi, che portano ad un finale ampio e di nuovo fruttato.
(are)
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