Ha lasciato un vuoto significativo a Montalcino e nel resto dell’Italia enoica la recente scomparsa di Gianfranco Soldera, proprio nei giorni dell’ultimo Benvenuto Brunello. Evitiamo accuratamente di dilungarci oltre, per non scivolare nel precipizio della retorica, ma aggiungiamo soltanto che la sua scomparsa sarà difficile da metabolizzare, per tanti motivi. Dunque, spazio al vino. Abbiamo riassaggiato con grande emozione e con la solita grande sorpresa, immancabile con le bottiglie a firma Soldera, il Brunello Riserva 1997. Annata artificiosamente ritenuta di riferimento, ma che in realtà, a distanza di un ventennio, ha lasciato davvero pochi esempi di rilievo anche tra i Brunello, certo non nel caso di Case Basse. Il naso è maledettamente complesso, ricco di dettagli, eccitante nelle note quasi rocciose, sorrette da un frutto delicato, appena avvolto da un ricamo di cuoio e spezie orientali. Anche la bocca è magistrale, grintosa, sapida e straordinariamente fresca, in una sorta di equilibrio perfetto che tiene in un armonioso dinamismo tutte le componenti che si esprimono singolarmente e all’unisono nel medesimo istante.
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