La Tenuta Argentiera rappresenta idealmente il punto di incontro tra le atmosfere salmastre del mare Tirreno e l’assolata campagna dell’Alta Maremma, dove i profumi della macchia mediterranea accanto alle suggestioni dei vitigni bordolesi creano quel mix di intensità e potenza, ormai famoso in tutto il mondo. Un’altra sua peculiarità è anche da riconoscere nel suo posizionamento geografico: estremamente vicino al mare, con i vigneti allevati a 200 metri di altitudine sulle colline poste nel lembo più meridionale della denominazione di Bolgheri. La cantina (completata nel 2001 e frutto di un progetto dell’architetto Bernardo Tori che nel suo aspetto esterno si rifà alla tradizione degli edifici preposti al controllo ed alla difesa del territorio, recuperando gli elementi tipici delle strutture dei Presidi) sorge sulla stessa collina su cui si trovano i resti dell’antico Castello di Donoratico, una volta appartenuto alla famiglia nobile fiorentina dei Serristori e parte dell’immenso “Tenimento di Donoratico”, dominando i vigneti. Da qui, la vista è davvero mozzafiato e abbraccia il golfo che da Castiglioncello va fino a Baratti, e nelle giornate più limpide può spingersi fino all’isola d’Elba e alla Corsica. Il nome dell’azienda è legato a quello di uno dei principali appezzamenti, Podere Argentiera, così chiamato in relazione alla presenza già in epoca etrusca di un’area mineraria per l’estrazione di argento. Il complesso rinasce nel 1999 con l’intervento della famiglia Fratini ed oggi la proprietà è in mano all’imprenditore austriaco Stanislaus Turnauer, che l’ha acquisita alla fine del 2015. Accanto a lui troviamo l’amministratore delegato Federico Zileri Dal Verme e il general manager Leonardo Raspini, che gestiscono una superficie vitata di 80 ettari, per una produzione complessiva di 450.000 bottiglie. Da sempre Argentiera ha puntato sulla valorizzazione dell’areale bolgherese, piccolo, ma dal grande potenziale, con vini di ineccepibile fattura e personalità mediterranea da vendere, che comprendono l’entry level Poggio ai Ginepri (declinato anche in bianco e rosato), il “second vin” Villa Donoratico, i Cru Giorgio Bartholomäus, Opheliah Maria e Lavinia Maria, e l’Igt Ventaglio. Con il Bolgheri Superiore, oggetto del nostro assaggio, a recitare saldamente il ruolo di vino bandiera aziendale. Stilisticamente paradigmatica la versione 2019 che propone un bagaglio olfattivo ben giocato su ricordi di frutti neri, cioccolato, spezie e balsami. In bocca, il sorso è potente e ampio, dallo sviluppo corposo e dal finale intenso, a rimandare ai toni fruttati e balsamici.
(fp)
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