Siamo alle porte di Roma, nella Tenuta che fu del principe Alberico Boncompagni Ludovisi, che vi introdusse la viticoltura negli anni Cinquanta e che fu artefice di vini memorabili decisamente impensabili nel panorma enologico tricolore di quei tempi e capaci di rapire fin da subito lo stesso Luigi Veronelli. Oggi, il figlio Alessandrojacopo, introdotto dal padre all’arte di fare vino, conduce a regime biologico 6 ettari a vigneto, dai quali escono le medesime etichette che hanno fatto parte della storia enoica del Lazio. Il Fiorano Bianco, oggetto del nostro assaggio, è un vino elegante, freschissimo e intrigante. Come i suoi predecessori.
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