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LA GRIFFE

Arnaldo Caprai - Val di Maggio Docg Sagrantino di Montefalco 25 Anni

Su i Quaderni di WineNews
Vendemmia: 2001
Uvaggio: Sagrantino
Bottiglie prodotte: 30.000
Prezzo allo scaffale: € 60,00 - 65,00
Proprietà: Famiglia Caprai
Enologo: Attilio Pagli

Il Sagrantino di Montefalco? Lo ha inventato Marco Caprai. Certo, questo straordinario vitigno ha origini antiche, tanto che pare siano stati i frati francescani nel XIV secolo, di ritorno dall’Asia Minore, a impiantarlo sulle colline umbre; come è vero che il vino che ne deriva (soprattutto nella versione “dolce”) è stato vinificato da sempre dai contadini della zona. E’ altrettanto innegabile, però, che se oggi questo rosso, così particolare e complesso, è considerato uno dei maggiori vini italiani, con estimatori sparsi un po’ in tutto il mondo, e se il comprensorio di Montefalco è oggetto di studi e riflessioni, essendo diventato uno dei casi più clamorosi di affermazione di un territorio grazie al vino, il merito è da ascrivere, in larga parte, alla cantina Caprai e al suo formidabile “deus ex machina”. Un’opera pionieristica i cui ingredienti sono stati una accurata ricerca, una rigorosa sperimentazione, passione e capacità manageriali. Oltre che un amore profondo per un vitigno, un vino e il territorio che li genera. Una cavalcata travolgente, dicevamo, che ha portato alla nascita, tra l’altro, di un autentico vino culto: il Sagrantino 25 Anni, nato nel 1993 per festeggiare il quarto di secolo dell’azienda e diventato la sua stella più luminosa. La versione 2001, baciata da un’annata praticamente perfetta, è forse la più riuscita di sempre, tanto da mettere d’accordo unanimemente addetti ai lavori e critica specializzata. Se al momento della sua uscita il vino impressionava per l’esplosione dei profumi fruttati (mora di rovo su tutti) e la struttura imponente, a distanza di qualche tempo, grazie ad un maggiore affinamento in bottiglia, questo super Sagrantino ci pare attraversare un periodo di forma ancor più smagliante. Il frutto è sempre in primo piano, ma è impreziosito da un bouquet speziato, che comincia a farsi importante per i ricordi di chiodi di garofano, curry e noce moscata, oltre che per le piacevoli note di cioccolato e il delicato timbro affumicato. In bocca, poi, la “carica” del frutto si fa più elegante, con tannini imponenti e serrati, ancora giovanissimi, un’ottima spina acida e un equilibrio gustativo che lo rende perfettamente godibile. Ora, come chissà tra quanti anni…

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