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LA GRIFFE

Domaine Denis Mortet Appellation Gevrey - Chambertin Controlée Premier Cru Les Champeaux

Vendemmia: 2002
Uvaggio: Pinot Noir
Bottiglie prodotte: 5.000
Prezzo allo scaffale: € 135,00 - 145,00
Proprietà: Denis Mortet
Enologo: Denis Mortet

Gevrey - Chambertin è una “Appellation” (noi diremmo una Denominazione), che si trova nella parte più a settentrione della Côte de Nuit, cuore della Borgogna, e segna dunque il limite nord, almeno a livello europeo, per la produzione di grandi vini rossi. Il perfetto connubio tra caratteristiche geo-morfologiche ed esposizione dei vigneti regala vini spesso potenti, ricchi di frutto e in grado di sfidare il tempo. E’ in questa storica area, sognata dagli appassionati di vino di tutto il mondo, che sorge il Domaine di Denis Mortet, uno dei più noti della zona. L’azienda nasce nel 1991 dalla separazione della proprietà del padre, Charls Mortet, tra i due figli: Thierry e, appunto, Denis. Da allora la crescita e la notorietà della Maison sono letteralmente impennate fino a farne una stella di prima grandezza nel firmamento enologico mondiale, accanto ad altre "giovani leve" di Borgogna, come Dugat, Boillot, Magnien, Confuron. Gli oltre dieci ettari di vigneto del Domaine Mortet sono divisi in ben quattordici denominazioni, tra cui spiccano i Grand Cru Clos de Vougeot e Chambertin, oltre a diversi Premier Cru. I vini di Denis Mortet sono caratterizzati da un'impostazione stilistica che privilegia ricchezza estrattiva e l’utilizzo del 100% di rovere nuovo. Come nel caso de Les Champeaux, protagonista del nostro assaggio, ancora più ricco grazie ad un’annata celebrata dalla critica, ma piuttosto calda in Borgogna come la 2002. Il vino colora il bicchiere di un deciso rubino carico, preludio di profumi che si fanno subito opulenti, richiamando la frutta matura e dolci note di tostatura. Mutevole e complesso, vira a poco a poco verso sentori più freschi e intriganti, dal cipresso ai tocchi minerali fino, addirittura, a impressioni agrumate. In bocca è giovanissimo, ancora carico di frutto e un po' appesantito dal copioso sostegno dei legni di affinamento, malgrado la bellissima spina acida, che lo rende un vino di carattere. Da giudicare compiutamente in prospettiva e da stappare, dopo una sosta prolungata in cantina. Chissà, forse non prima dei venticinque anni consigliati dal produttore ...

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