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LA GRIFFE

Château Margaux Premier Grand Cru Classé Appellation Margaux Controlée

Su i Quaderni di WineNews
Vendemmia: 2001
Uvaggio: Cab. Franc, Merlot, Cab. Sauvignon, Petit Verdot
Bottiglie prodotte: 150.000
Prezzo allo scaffale: € 210,00 - 215,00
Proprietà: C. Mentzelopoulos
Enologo: Philippe Berrier

Lo Château bordolese più celebre al mondo, l’icona dei vini di Bordeaux in mano ad un greco? Fu probabilmente una reazione di stupore quella del compassato mondo del vino bordolese quando nel 1977 André Mentzelopoulos, uomo d’affari di origine greca, acquistò Margaux. Ma questo stupore lasciò ben presto lo spazio all’ammirazione per colui che, diciamolo francamente, dette l’avvio alla rinascita di un’azienda entrata decisamente in crisi. Mentzelopoulos operò una completa ristrutturazione dei vigneti, si avvalse della consulenza di Emile Peynaud e riportò ai fasti di un tempo Château Margaux. Purtroppo André Mentzelopoulos morì nel 1980, ma sua figlia Corinne (attuale proprietaria di Margaux) continuò con tenacia il lavoro cominciato dal padre. Non senza il prezioso aiuto di Paul Pontallier, attuale direttore generale di Margaux e uno dei più autorevoli e ascoltati personaggi di Bordeaux, in azienda dal 1983. Alterne vicende proprietarie hanno portato Château Margaux ad essere per un non breve periodo anche di proprietà italiana. Nel 1993, Gianni Agnelli, acquisì una parte della proprietà della tenuta che restò in mano alla famiglia Agnelli fino al 2003 (anno del “quasi” crack della Fiat). Oggi, Margaux, dopo quasi tre secoli di storia, occupa saldamente il posto di Château bordolese più famoso al mondo e i suoi vini sanno esprimere compiutamente i caratteri del proprio terroir, quel sud Médoc, dove si trovano i quasi 90 ettari di vigneto dell'azienda. Difficile non rimanere conquistati anche dalle annate più deboli di questo vino. Non sembra essere il caso della 2001 (anche se non è stata un’annata celebratissima, venendo dopo la straordinaria - almeno secondo i critici più acclamati - 2000), protagonista del nostro assaggio, che soffre, eventualmente, soltanto per la sua estrema giovinezza. I profumi sono inconfondibilmente bordolesi, caffè, sensazioni vegetal-balsamiche, fruttato lieve ma nitido. Al gusto, semplicemente perfetti i tannini, di grana finissima e l’interazione del rovere di affinamento, già da adesso, impercettibile. Elegante e leggiadro, è un vino che non ci si stancherebbe mai di bere.

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