La discussione è aperta. Meglio un vino tecnicamente ineccepibile o un bicchiere più artigianale, magari con qualche imperfezione, che sia in grado però di regalare uno stile inconfondibile e fuori dagli schemi? Il Breg di Gravner, manco a dirlo, è uno dei portabandiera indiscussi della seconda schiera, un vino che è il risultato dell’essenza stessa del vino, della sua origine e delle sue più segrete espressioni. Un percorso complesso, non sempre immediatamente comprensibile, certo mai banale e scontato che ha portato Josko Gravner a sfide sempre più impegnative, in un solco che, tuttavia, è stato tracciato da tempo. Ecco allora un Breg '98, composito blend di vitigni apparentemente inconciliabili, presentarsi di uno stupefacente colore dorato - ambrato eppure, subito dopo, saper regalare sensazioni forti sia al naso che al palato: scorze d’agrumi candite, pesche sciroppate, cenni iodati in continua metamorfosi. Vino incredibilmente soggettivo, lontano dalla possibilità di esprimere giudizi definitivi.
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