Bruno Giacosa ha segnato la storia enoica langarola indelebilmente. Senza tanti inutili giri di parole, è stato forse uno dei migliori produttori al mondo e probabilmente il più grande négociant italiano di tutti i tempi. Nessuno altro ha saputo esprimersi a livelli così alti sia sui Barolo che sui Barbaresco. Pochi hanno conoscono così intimamente i Cru di Langa come Bruno Giacosa e nessuno è riuscito a produrre capolavori da uve (e talvolta vini) acquistati da terzi. Un’arte sottesa ad una sensibilità più da affinatore che da viticoltore, verrebbe da dire, sintetizzata nelle tante bottiglie vestite di bianco e di rosso, da lui firmate in oltre mezzo secolo di carriera. Fondata nel 1900 da Carlo Giacosa, questa cantina con sede a Neive vede poi il figlio Mario prenderne le redini, coadiuvato, subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, dal figlio Bruno, che diventerà per l’appunto personaggio a dir poco di riferimento in Langa e la condurrà fino alla sua morte (2018), decretandone il successo definitivo e planetario, e lasciandola, a sua volta, nelle mani della figlia Bruna, in azienda dal 2004. Nel 1967 escono le prime due etichette simbolo della Maison: Barbaresco Asili e Barolo Collina Rionda (poi Vigna Rionda). Inizialmente l’azienda della famiglia Giacosa vinificava uve acquistate da conferitori di provata capacità e, soltanto nel 1982, con l’acquisto del vigneto Rocche, seguito, nel 1996, dalle acquisizioni di parte dei Cru Asili e Rabajà, Bruno Giacosa sposterà il baricentro produttivo di casa sui vigneti di proprietà (oggi l’azienda ne possiede 20 ettari per una produzione di 300.000 bottiglie). Rocche di Castiglione Falletto è spesso considerato (insieme a Bussia) il primo Cru di Barolo, anche se Nebbiolo da singola zona o vigna (vedi Cannubi) non erano una novità quando furono commercializzati il Rocche di Vietti e il Bussia di Prunotto con la vendemmia 1961. Ma il debutto del Rocche segnò indiscutibilmente una cesura nelle vicende enoiche di Langa e i Barolo realizzati da assemblaggi di più parcelle, come voleva la tradizione, sarebbero stati sempre di meno, lasciando spazio a quelli vinificati e imbottigliati come Cru ed oggi codificati dalle Menzioni Geografiche Aggiuntive. Rocche di Castiglione si sviluppa su 16 ettari, fra i 300 e i 350 metri di altitudine, alternando suoli di Diano del Tortoniano, sabbie e marne. Il Barolo Falletto Vigna Le Rocche 2017 profuma di frutti di bosco, rosa appassita, erbe officinali, agrumi e menta. In bocca, il sorso è raffinato e scattante, dalla composta e composita tessitura acido-tannica e dal finale profondo e balsamico.
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