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Ad esempio, il Friulano...

Sono passati giusto un po’ più di dieci anni da quando il Tocai è stato “ritirato” per far posto al Friulano. Una vicenda per certi aspetti bizzarra, a ben guardare, in cui si sono confusi elementi diversissimi. Fino al 2007 regnava in Friuli il “Tocai” oggi invece il “Friulano”. Il cambio dopo la contesa con l’ungherese Tokaji, che, peraltro, non ha turbato il valore e soprattutto il gusto del vino dagli antenati francesi. Già, perché, grazie all’analisi del Dna, sembra ormai assodato che l’origine del Tocai friulano sia riconducibile al Sauvignonasse, presente nei vigneti del Bordolese e arrivato in Friuli, probabilmente assieme al Sauvignon, nel periodo in cui - a metà dell’Ottocento - arrivarono le varietà francesi anche nei vigneti friulani. In questo senso, la disputa italo-ungherese, che arrivò perfino in sede Ue, non avrebbe avuto alcuna ragion d’essere: il Tocai friulano è un vitigno di origine francese, il Tokaji ungherese è una denominazione, cioè un luogo dove da sempre viene coltivato, per la maggior parte, il vitigno “Furmint”. Per non parlare della evidente differenza organolettica. Basti solo ricordare che il Tocai friulano è un vino secco, quello ungherese, benché possa esistere anche in tale declinazione (szàraz) o abboccato (éder), è famoso per la sua versione dolce. Ma tant’è: dalla vendemmia 2008, il nome Tocai non può essere più utilizzato ed è sostituito dal nome “Friulano”, a sottolineare il forte legame del vino col territorio. Il vecchio Tocai però non è scomparso: ha solamente cambiato nome. Il suo gusto, la qualità e la relazione con il suo territorio rimangono quelli di un tempo, custoditi sotto la sua nuova denominazione.

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