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LA GRIFFE

Allegrini, Docg Amarone della Valpolicella Classico 2016

Vendemmia: 2016
Uvaggio: Corvina, Corvinone, Oseleta, Rondinella
Bottiglie prodotte: 120.000
Prezzo allo scaffale: € 70,00
Proprietà: Marilisa, Franco e Silvia Allegrini
Enologo: Franco Allegrini
Territorio: Valpolicella

L’azienda Allegrini dispone di 150 ettari a vigneto, distribuiti in areali classici della Valpolicella: Palazzo della Torre a Fumane, che prende il nome dalla monumentale Villa della Torre, anch’essa di proprietà Allegrini (uno dei posti più magici della Valpolicella); La Grola, nel comune di Sant’Ambrogio; La Poja, piccolo vigneto sempre inserito nel Podere La Grola; Villa Caverna a Mazzurega, sempre nel comune di Fiumane come il vigneto Fieramonte (dove viene prodotto l’Amarone omonimo Riserva: notevoli le versioni 2012 e 2013, un vino storico dell’azienda, commercializzato fino al 1985, per tornare in portafoglio con l’annata 2011); infine Monte dei Galli nel comune di San Pietro in Cariano. La produzione media arriva in media ad 1.000.000 di bottiglie, ma le semplici cifre non riescono ad inquadrare le vicende di una delle aziende vitivinicole più importanti del veronese. Nell’espansione della viticoltura veneta, avvenuta a cavallo tra gli anni ‘50 e ‘60 del secolo scorso, Giovanni Allegrini fu protagonista e pioniere. Walter, il suo primogenito prematuramente scomparso, grazie agli insegnamenti del padre valorizzò il patrimonio viticolo della Valpolicella in modo innovativo. Oggi, gli altri due figli, Franco e Marilisa Allegrini, hanno consolidato l’azienda ai massimi vertici, espandendosi anche in Toscana: a Bolgheri (con Tenuta Poggio al Tesoro) e a Montalcino (con San Polo). Un’espansione che, evidentemente, non significa dimenticare i luoghi da cui tutto ebbe inizio, che restano il saldo fulcro produttivo della famiglia Allegrini, ma indicano, se mai, il peso dell’impresa con sede a Fumane, ormai protagonista indiscussa del vino italiano. Se non bastasse, nel recente passato, sono arrivati anche altri segnali a sottolineare, appunto, la visione a tutto tondo di Allegrini rispetto agli sviluppi più significativi del mondo del vino, con la distribuzione in Italia di etichette a dir poco di peso come quelle di Olivier Leflaive (2018) e Thibault Liger-Belair (2020). Non da ultimo Allegrini ha anche impresso una svolta nel suo “pedigree” enoico, senz’altro rossista, andando ad investire sulle vicine colline del Garda, dove si produce il Lugana, acquisendo 50 ettari nel Comune di Pozzolengo, che stanno progressivamente per essere completamente vitati. L’Amarone 2016 è ricco di frutto e note speziate, con accenni tostati intensi quanto ben amalgamati. In bocca è coerente e solido, di bella intensità, capace di chiaroscuri che incrociano sensazioni di erbe officinali e sensazioni più dolci e morbide. Chiude su un tannino serrato, ben presente, ma di ottima fattura.

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