La Cavit è un gigante secondo qualsiasi criterio. Questa cooperativa di secondo grado coordina il lavoro di una serie di cantine sociali, basta il loro nome per capire l’importanza: Rotaliano, Roveré della Luna, Toblino, Trento, Aldeno, Vivalis, Riva del Garda, Cantina D’Isera, Mori Colli Zugna, Avio. Ci sono 4.500 soci che conferiscono le uve che lavorano nelle loro vigne, 5.500 ettari di vigneto coltivato e un team di enologi a dirigere i compiti professionali. I loro nomi indicano il livello di professionalità e competenza tecnica: Anselmo Martini, Andrea Faustini, Fabrizio Marinconz, Guido Mattiello e Paolo Turra. Sono loro i supervisori che ci hanno regalato selezioni come il Müller Thurgau Zeveri, il Rosso 4 V, il Pinot Nero Masi Trentini e Teroldego Riserva Maso Cervara. Maso Toresella, il lago e la splendida villa circondata da 6,5 ettari di vigna, sono la sede di rappresentanza e qui è stato stilato un accordo di collaborazione con l’Istituto Agrario San Michele all’Adige che terrà sempre aggiornato questo gruppo di esperti. Fondato nel 1950, la Cavit adesso può vantare 70 anni di crescita: solo per dare una indicazione, il fatturato fra il 2004 e il 2019 è cresciuto da 27 a più di 191,4 milioni di euro e questa cooperativa ottiene dai suoi conferitori quasi due terzi della produzione vinicola della provincia di Trento. Manovrare questo gigante non è semplice, ma il presidente Lorenzo Libera, il direttore Enrico Zanoni e lo staff sono sicuramente all’altezza del compito. Paolo Turra è il responsabile della produzione spumantistica ed è giustamente orgoglioso delle bottiglie che incarnano la filosofia dell'azienda: il Brut Riserva Graal Altemasi e il Pas Dosé Altemasi. Tutto nasce da una selezione dei migliori Chardonnay e Pinot Nero e Turra ne segue i passi obbligatori dello spumante di classe. La materia, frutto di una selezione esasperata, viene fermentata a regola d’arte e il vino poi riposa, perdendo lentamente le impurità tramite decantazione naturale. In primavera la presa di spuma, anche se durante l’inverno il vino è stato “mosso” per uniformare il contatto con i lieviti. Il futuro spumante è imbottigliato e sono introdotti lo zucchero e i lieviti selezionati, attentamente dosati per assicurare il grado alcolico e la pressione atmosferica desiderata. Seguono, per queste selezioni, un lungo affinamento sur lies, 60 mesi in cui sviluppa quelle nuances vitali di frutto banco e di crosta di pane che contraddistinguono le offerte eccezionali in questo campo. Che ci offrono, ad un prezzo molto dolce, tutto l’impegno, il know how e l’esperienza della casa, dell’equipe e della terra.
(Daniel Thomases)
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