Ci convince ogni anno il Grillo Lalùci della famiglia Bonetta, probabilmente fra i vini aziendali che più di tutti riesce a restituire nel bicchiere quel piccolo miracolo di sottosuolo su cui sostano le viti della cantina, in provincia di Agrigento: un terreno calcareo-gessoso, che trattiene l’acqua, riflette la luce e dà sollievo nelle estati torride. Anche le brezze marine aiutano, che soffiano dal mare lontano solo 8 chilometri dal baglio. E in cantina, poco si interviene, per portare integra nel bicchiere tutta quella luce. La versione 2023 ha profumi netti di iodio, fiori di rosmarino e pompelmo, mentre il sorso è teso, astrigente e minerale, dal finale lungo e crudo, fruttato e vegetale.
(ns)
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