Sono cambiate tante cose al Greppo, da quando il gruppo francese Epi della famiglia Descours ha preso in mano la storica azienda di Montalcino alla fine del 2016. Ma non si è certo andati a caccia di una rivoluzione a tutti i costi, consapevoli che il profilo stilistico dei vini è ormai entrato nella storia dell’enologia. Ecco allora il Brunello 2015 dagli aromi sfumati di ciliegia, agrumi, spezie, terra, tabacco e punta di matita, ad anticipare un sorso profondo, scandito da un’acidità ficcante, tannini vivaci e frutto polposo. In vigna è arrivata la mappatura dei terreni di proprietà (15 parcellizzazioni vinificate separatamente) e uno studio meticoloso sui cloni di Sangiovese, da quelli aziendali più vecchi fino al celebre BBS11, anche guardando ai cambiamenti climatici in atto. In cantina, legni nuovi e una consapevolezza enologica più moderna, sempre però nel solco delle scelte storiche della tenuta, per dare ancora più sostanza alle intuizioni e alla sensibilità di Franco Biondi Santi. Lo dimostrano le ultime annate prodotte, come il Brunello di Montalcino 2019 con la sua persistente armonia gustolfattiva.
(fp)
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