Ca’ del Bosco è uno dei nomi più prestigiosi della viticoltura italiana, ed ha saputo imporsi da subito come marchio di qualità, già a partire dagli anni immediatamente successivi alla sua fondazione (avvenuta nel 1968). Merito senza dubbio del vulcanico Maurizio Zanella, che, ricordiamolo, imboccò fin da subito e con assoluta determinazione la strada della produzione di qualità agli inizi degli anni ’70, in un momento in cui soltanto pochi coraggiosi “pionieri” seppero compiere un’analoga scelta senza compromessi (letteralmente incomprensibile per molti altri produttori dell’epoca, anche nel corso degli anni successivi). Ma a Zanella va anche il merito di essere stato uno dei personaggi più importanti per l’affermazione della Franciacorta sul palcoscenico enologico internazionale, lanciando il territorio bagnato dal lago d’Iseo verso i vertici della produzione spumantistica di qualità mondiale. Molte altre cose sono accadute ed oggi l’azienda, ancora presieduta dallo stesso Zanella, che conta su di un patrimonio di 204 ettari di vigneto (per una produzione complessiva in media nell’ordine del 1.470.000 bottiglie): ad esempio una moderna cantina recentemente ampliata e ulteriormente attrezzata con la tecnologia spumantistica più sofisticata (celebre per il suo cancello d’ingresso realizzato nel 1993 dallo scultore Arnaldo Pomodoro, uno dei primi esempi di “irruzione” dell’arte nel mondo del vino e che è finita per diventare una tendenza piuttosto affermata) e l'ingresso nel gruppo Santa Margherita (che ne detiene le quote di maggioranza). Protagonista del nostro assaggio il Franciacorta Annamaria Clementi Rosé Riserva 2009, figlio di un’annata molto significativa per l’areale spumantistico del bresciano e che ha sfornato etichette capaci di competere anche con gli Champagne più raffinati. Un vino che sorprende a partire dall’interpretazione molto centrata di un’annata senza dubbio significativa per la Franciacorta, ma che in questa bottiglia diventa straordinaria, restituendoci un profilo davvero da grande bollicina. Uno spumante dalla progressione gustativa ricca e sfaccettata, ma in grado di evidenziare una leggiadria e una freschezza acida di livello assoluto, che lo rende un vino immediatamente godibile anche senza soffermarsi sui suoi ceselli organolettici più intimi. Lo sviluppo in bocca è a dir poco ritmato e dal movimento serrato, continuo e vivace. Bagaglio olfattivo complesso e articolato, che spazia dai frutti ai fiori, dai cenni di pietra focaia a quelli di lievito fresco e pasticceria e che segnala ancora una gioventù del vino tutta da leggere in futuro.
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