La Fattoria Coroncino nasce nel 1981 a Staffolo tra le valli del Musone e dell'Esino, nelle Marche, in provincia di Ancona. Lucio Canestrari e la moglie Fiorella Di Nardo, oggi insieme anche al figlio Valerio, lavorano secondo i principi dell'agricoltura biologica prima (dal 1992) e della biodinamica poi. Questa azienda infatti interpreta il Verdicchio con grande personalità, dando vita a vini di grande struttura e intensità aromatica, che sono diventati un punto di riferimento per gli amanti della tipologia. Sin dal principio della loro avventura enologica, i coniugi Canestrari hanno coltivato i vigneti, che in origine non superavano i tre ettari di superficie, con grande attenzione ambientale, praticando l’inerbimento (dal 1983) e senza alcuna forzatura per le piante (le concimazioni sono cessate nel 1995), adottando, in cantina, un uso di quantità minime di solforosa e l’utilizzo dei lieviti indigeni. Oggi le vigne della Fattoria coprono in totale 17,5 ettari, dislocati fra i 250 e 400 metri sul livello del mare. 9,5 ettari sono iscritti all’Albo del Verdicchio dei Castelli di Jesi e si trovano nei Cru Coroncino, Cupramonata e San Paolo di Jesi, fra i luoghi più vocati per la coltivazione del bianco marchigiano, anche grazie, oltre alle felici condizioni climatiche dell’areale, alla natura dei terreni ricchi di marna calcarea. I proprietari amano precisare di non appartenere ad alcuna associazione e di essere liberi di fare il vino come piace a loro, piacevole, leggero e ricco degli aromi di questa terra. Per riassumere questa filosofia produttiva i Canestrari hanno adottato dal romanesco il motto che compare su tutte le loro retro-etichette: “'ndo arivo metto 'n segno”. La produzione annua dell’azienda è mantenuta volutamente bassa, poco sopra le 60.000 bottiglie complessive, per privilegiare al massimo l’espressività del Verdicchio. L’uva è vendemmiata con maturazioni molto avanzate, a cui seguono fermentazioni a temperatura controllata. Il primo impianto è stato messo a dimora nel 1982 (ettari 0,54) per poi raggiungere in totale, sempre nella fase iniziale del progetto, i 2,8 ettari, con il primo imbottigliamento effettuato nel 1986. Nel 1988 l’acquisto del vigneto di Spescia, permise di produrre 16.000 bottiglie, e tra queste per la prima volta anche l’etichetta “Vigna Gaia”, che oggi è diventata “Gaiospino”, oggetto del nostro assaggio. La versione 2018 di questo Verdicchio Classico possiede profumi di frutta a polpa gialla matura, cenni di salvia e menta e leggeri tocchi terrosi. In bocca, il vino si sviluppa sapido e contrastato, con sorso tonico e articolato, fino ad un finale caldo e ancora fruttato.
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